Turchia Siria Giordania Iran:

5 mesi e 28.000 km in solitaria.

 

 

E' passato ormai più di un anno da quando la mia macchina si stava dirigendo verso strade, piste, sentieri che da molto tempo sognavo di fare.

Molte di queste strade le avevo già fatte, ma sempre di corsa, sempre con il tempo ridotto, e sempre con una meta che era una toccata e fuga, poi il frettoloso rientro. Ora invece era diverso, sapevo più o meno la direzione da prendere, ero senza una meta precisa e avevo molto tempo davanti.

Solo un appuntamento dopo due mesi per andare con un amico in Papua Nuova Guinea a fotografare un raduno delle tribù della zona.

Per il resto ero libero.

Ho sempre viaggiato così, non programmo mai niente con precisione, è inutile, le cose in Africa o in altre zone del mondo possono cambiare da un momento all’altro e poi per quelli come me che si spostano con la propria macchina non ha senso.

Basta un guasto o qualsiasi altro intoppo che le cose che avevi in mente cambiano, non che mi preoccupo delle rotture della macchina, ormai l Africa è piena di meccanici e dovunque trovi tutto, al massimo perdi solo un po' di tempo.

Comunque ero partito, dopo aver attraversato con calma Francia e Spagna entrai per la sesta volta in Marocco, il più era fatto, avevo mollato tutto anche il lavoro, vaffanculo ai soldi e a tutto il resto, erano anni che pensavo di farlo, ero libero senza nessun impegno.

Beh. furono due bei mesi, ritornai con calma sulle montagne e poi giù fino al confine con la Mauritania.

Tutto comunque finì e anche il bel viaggio in Papua ora è solo un bel ricordo .però non ero molto contento volevo fare qualche cosa di più con la Land, e infatti appena dopo Natale dopo aver caricato la macchina di viveri e tutto quello che poteva servirmi sono ripartito verso sud-est.

Anche ora non sapevo di preciso dove andare, avevo fretta di partire, avevo solo il visto per Iran e non avevo fatto il Carnet.

Dopo poche settimane ero ancora in giro per la Grecia, lungo le coste a cercare un po' di sole, e abituarmi a vivere in solitario come avevo fatto in Marocco poi entrai finalmente in Turchia.

 

TURCHIA 

 

Le prime settimane non le passai molto bene, ero preoccupato per una perdita di gasolio dalla pompa e avevo rotto i cuscinetti della ruota anteriore sinistra, ci misi un giorno intero a trovare un bravo meccanico che conosceva il Defender perché le concessionarie avevano e vendevano solo Range Rover .e la maggior parte tutte a benzina nonostante il folle prezzo dei carburanti in Turchia, oltre i due euro al litro.

Comunque aggiustai la macchina e poi ripartii, ero contento e stavo vivendo il mio sogno.

L’unica cosa brutta è che ancora faceva troppo freddo, alla sera, dopo il tramonto dovevo fermarmi,

chiudermi in macchina, e dopo aver mangiato subito a nanna, era un po' noioso sopratutto per uno come me che di solito va a letto molto tardi, per fortuna ho il riscaldamento Webasto, e questo mi faceva stare abbastanza bene nonostante le basse temperature della zona.

La prima cosa che ho fatto è stata quella di andare a Ankara al consolato siriano per cercare di avere il visto. Così feci ma la cosa mi fece incazzare molto, perchè in pratica dopo aver cercato per ore il consolato che aveva un altro indirizzo e non quello segnato nei vari libri o depliant, beh non riuscii neanche entrare… era chiuso e dopo aver insistito un bel po' riuscii ad entrare e parlare con un responsabile che in poche parole mi diceva che era impossibile avere il visto perché lo rilasciano solo a chi va per lavoro.

Secondo loro dovevo ritornare in Italia per farlo; me ne andai abbastanza incazzato e non sapendo cosa fare me ne andai a riposare in Cappadocia, posto molto turistico ma con molte cose da vedere nonostante non ci fosse in giro nessuno.

I mesi erano ancora freddi e la neve era ancora padrona di tutta la zona, al calar del sole poi, un freddo cane, mi rintanavo nella Land e accendevo il Webasto l’unica maniera di sopportare le temperature molto basse che di notte raggiungevano anche i -12°.

La zona è molto bella con singolari formazioni di tufo che comprendono pinnacoli, piramidi, funghi e persino disegni di cammelli o altre forme strane e nel corso di millenni lo straordinario paesaggio della Cappadocia si arricchì di chiese rupestri e città sotterranee in grado di accogliere migliaia di persone.

Per circa una settimana girai nella zona seguendo le tantissime piccole piste che portavano in valli deserte, il tutto stando attento e cercando di non avere guai con la macchina essendo sempre solo.

Una mattina andai anche a fare un giro con le mongolfiere, il business della zona, ci sono tantissime compagnie che tutte le mattina all’ alba portano i vari turisti della zona, per lo più tutti orientali, sopratutto coreani e giapponesi che non stanno a discutere il caro prezzo del biglietto che varia da 150 ai 200 Euro per un 'ora di volo.

Non essendo un classico turista, ma visto come ero conciato e come viaggiavo e dopo aver parlato un bel po' con la ragazza molto simpatica dell’agenzia Kappadokia Ballons. mi fecero fare un bel giro pagando la metà del prezzo.

Fu una bella esperienza anche se la cosa durò poco.

Per quelle persone che non sono mai andate, dico di stare tranquilli e di visitare la zona anche con fuoristrada non preparati, basta solamente avere anche solo una o due taniche di scorta per non rimanere a secco ma fino alla zona del Nemrut Dag non dovrebbero esserci mai problemi di nessun genere.

Goreme come c'è scritto su molti libri è il sogno di ogni viaggiatore, un ridente paesino che ti fa sentire sereno e tranquillo dove gli abitanti sempre più spesso abitano o gestiscono negozietti o alberghetti in questi singolari coni di tufo.

Le giornate passarono in fretta ma il tempo non era il massimo, anche se non pioveva non c’era molto sole e il freddo era pungente in quasi tutte le ore del giorno, e infatti decisi di scendere a Sud lungo la costa senza avere una meta precisa e arrivai in un piccolo campeggio deserto vicino a Silifke, ci rimasi tre giorni a godermi il sole che finalmente mi scaldava e mi faceva stare bene tutto il giorno.

Mangiare, dormire e riposare, questo era quello che facevo, ma dentro di me era un continuo pensare a cosa fare dopo non avevo una meta precisa volevo solo cercare un posto che non ero mai stato e che mi facesse stare bene. Decisi allora di tentare anche senza documenti di entrare in Siria, due giorni dopo al tramonto mi trovavo a pochi km dalla frontiera, una interminabile coda di camion erano incolonnati lungo la piccola strada che porta al posto di frontiera mettersi in coda ci sarei stato 3 giorni, ma incominciai un sorpasso che fini parecchi km dopo allo stop dei militari siriani vidi subito la differenza dai militari turchi, sembravano sbandati non in ordine con fucili vecchi, più che militari sembravano terroristi, invece solo annoiati di farmi i documenti che non avevo, non erano neanche molto sorpresi di vedere uno straniero senza visto o carnet. 

 

SIRIA e GIORDANIA 

 

alla fine in un paio d ore riuscii entrare in Siria e vista l 'ora tarda mi misi a poche centinaia di metri a dormire dal posto di guardia, alla mattina con la luce vidi bene la desolazione che c'era in questo paese, case sporche vecchie, rottami per le strade e tutto quello che fa sembrare un posto dove è appena finita una guerra presa la strada che va verso il Libano per andare a visitare il “Crack“ un castello medioevale definito il miglior e più moderno castello per tattica militare.

Posto sulla cima della montagna dove si gode di una vista spettacolare il castello visto dal lato Sud offre tutta la sua grandezza con le sue 8 torri.

Rimasi due giorni nella zona vicino al magnifico castello e poi sotto un ' acqua torrenziale, incominciai a dirigermi verso Homs. Questa città è la capitale della provincia più vasta della Siria la terza città più importante del paese che unisce la città del sud di Deir ez-Zor ai porti mediterranei di Tartus e Tripoli con una rettilinea strada. Passai anche qui due giorni a visitare la grande Moschea e le famose e grandi Ruote (Norie ).A essere sincero non mi sono piaciute molto, sono ormai a pezzi e sarebbero tutte da ristrutturare Anche qui per adesso tutti gentili e cordiali solo per la notte, come in tutti gli altri posti un po' di problemi per trovare un posto tranquillo.

Al mattino presi la decisione di andare a sud verso Palmira, facendo per primo pezzo una strada secondaria e poi la statale, alla sera arrivai stanco morto in questo meraviglioso sito archeologico. Pensavo di trovare un po' di turisti per due chiacchiere e cercare un po' di info varie, invece anche qui solo turisti orientali che frequentavano i pochi super alberghi. In tutti i deserti si incontrano le oasi ma solo nel deserto Siriano si trovano le imponenti rovine di una città romana, è un simile miraggio che ha impressionato non solo gli avventurosi viaggiatori e studiosi che nei secoli passati riuscirono a raggiungerla tra grandi pericoli e difficoltà ma anche oggigiorno i moderni turisti che la raggiungono percorrendo la lunga strada asfaltata che la unisce a Damasco. Palmira la città delle palme ha ripreso oggi il suo nome antico di Tadmor. La città conobbe il suo periodo di massimo splendore in età romana tra il I e III sec. d. C. quando una delle vie commerciali che univano l'oriente all'occidente passava per Palmira, merci preziose arrivavano dalla Cina e dall'India, dal golfo Persico risalivano l'Eufrate attraversavano il deserto fino a Palmira e proseguivano il viaggio verso la costa del Mediterraneo per essere poi imbarcate verso Roma e verso i centri di tutto l'impero romano. Qui a Palmira ci rimasi tre giorni, visitando con tranquillità tutta la zona e poi scesi ancora più giù fino al confine con l'Iraq passando da Deir e per Zor e anche qui nessun problema ma a dire il vero non mi sentivo molto sicuro e quindi ritornai al nord, verso Damasco facendo dei pezzi di deserto che costeggiavano la strada asfaltata.

Finalmente poi arrivai a Damasco l'orgoglio della Siria, la città delle Mille e una Notte, assediata a oriente dal deserto la città immersa nel verde degli ulivi, dagli alberi della frutta e delle palme doveva apparire straordinaria ai viaggiatori che giungevano da lontano tanto da essere soprannominata Giardino del Mondo.

Io però ci arrivai al mattino presto, in un mattino invernale con nebbia e foschia in una delle superstrade a quattro corsie che entrano in centro città con un traffico incredibile superiore a quello di Istanbul, da impazzire girare in città per uno che non conosce bene la zona, è per questo che ci rimasi solo due giorni e poi via verso sud a cercare il caldo che ancora non avevo trovato. Pensai che se ero riuscito entrare in Siria senza visto e senza carnet sarebbe stato facile entrare anche in Giordania e così mi diressi verso il confine con la Giordania. Arrivai anche qui verso sera, al confine poco movimento e stranieri neanche uno forse meglio così e in meno di 2 ore entravo in un paese più tranquillo per quello che riguarda la sicurezza, ma penso che siano solo “menate“ che ti entrano in testa e ti fanno pensare alle cose più brutte, ma in realtà anche in Siria tutti si sono comportati bene. La Giordania è la sede di due tra i più spettacolari siti archeologici del Medio Oriente, Petra l' antica città dei Nabatei sarà anche invasa da orde di turisti felici di scattare fotografie ma ciò non toglie che si tratta di uno dei siti storici più ricchi di atmosfera. Comunque appena entrato andai a cercare un posto per fare campo e lo trovai proprio sotto le mura di Jerash, un bel campo custodito da militari dove non si pagava una lira con servizi e docce per i turisti che fanno campo. Purtroppo anche qui nessun turista in aprile è ancora troppo presto e alla sera anche se non fa freddo il tempo non era il massimo. Jerash che si trova su una pianura circondata da aree boschive e fertili colline è una delle città di epoca romana meglio conservate al mondo rimasi nella zona due giorni per visitare i siti archeologici, dopo volevo assolutamente cercare il vero caldo e mi diressi subito verso Petra. Passai senza neanche fermarmi da Amman e poi stando verso la strada a nord che passava fra le montagne e costeggiava i tanti bei posti dove si fanno escursioni tra i tantissimi canyon arrivai a Petra dopo i tanti giorni di acqua finalmente il sole caldo, anche qui mi fermai accampato davanti all'entrata del famoso sito.

Petra fu rivelata al mondo moderno nel 1812 da Ludwig J. Burckhardt un viaggiatore esploratore svizzero che in abiti arabi seguiva la strada che collega Damasco all' Egitto scopri questo fantastico posto insieme alla sua guida e ne diffuse la notizia agli occidentali residenti in Medio Oriente e ripeté la notizia anche nel suo libro che venne pubblicato 5 anni dopo la sua morte.

Beh parlare di tutti i siti non ne sono capace e poi ci vorrebbero anni, voglio solo scrivere la mia impressione, il biglietto per entrare mi è sembrato molto caro 55 Euro per due giorni mi sembra eccessivo senza contare che se non sei in forma a camminare devi prendere un asino o cavallo.

Devi farti almeno 1,5 Km a piedi per arrivare all' inizio delle famose gole e da lì ancora 2 Km circa per l ' inizio della visita che certamente non basta farla in un giorno. Quindi una mazzata di strada che certamente nulla toglie al grandioso spettacolo che ti aspetta è veramente un posto fantastico. La prima sera finalmente mentre stavo per cucinare arrivarono in Land Rover due tedeschi, erano i primi che vedevo in giro anche se loro erano arrivati in nave a Tartus subito tutti a curiosare come erano preparate le macchine e dopo serata insieme con spaghettata finale i giorni seguenti li passai girando dentro il famoso sito e anche nella zona .dopo tre giorni finalmente, insieme ai due tedeschi mi misi in marcia verso Aqaba, sul mar Rosso dopo aver attraversato le ultime montagne e presa la superstrada che arriva direttamente sul mare arrivai a Aqaba

Beh devo dire che la città è bellissima anche se turistica e non cara e poi la cosa bella per quelli che viaggiano come me è che ti puoi accampare a pochi km dalla città verso sud a meno di 10 km dal confine con l'Arabia Saudita senza spendere nulla e a pochi metri dal mare.

Qui infatti c'erano accampati altri giramondo che venivano veramente da lontano tanto che il mio viaggio mi sembrava il giretto della domenica. Uno dei tanti è Karl Heinz Benemsi che con il suo cane gira da 10 anni per il mondo con il suo fantastico Magirus D, poi due francesi con figli che arrivavano dalla Mongolia, un altro tedesco con un Nissan che andava in Sud Africa e un inglese con un camioncino Land Rover 101 che andava in Kenia: come vedete di matti per il mondo ce ne sono molti e io ero contento di essere con loro. Fu una bella settimana di mare, sole e bagni in uno dei mari più belli del mondo.

Dalle notizie che avevo sentito avrei potuto entrare in Arabia ma dopo dove avrei potuto andare?

Si incominciava a sentire parlare di disordini sia in Egitto che in Siria e quelle erano zone che avrei dovuto passare per continuare il viaggio e così insieme a Gerhard decidemmo di entrare nel Wadi Rum per una pista che partiva proprio vicino al confine con l'Arabia anche qui tre giorni di deserto puro, dune basse e non difficili con dei paesaggi da favola, unico guaio è che era un periodo di molta foschia e vento. La settimana che seguì fu un veloce trasferimento al nord rientrando in Siria fino a Tartus insieme ai due tedeschi che dovevano imbarcarsi, con loro ero un po' più tranquillo e rilassato sopratutto di notte dove i campi erano sempre in zone deserte. Lasciati i due amici continuai al nord per uscire velocemente dalla Siria dove incominciavo a vedere manifestazioni e macchine che sfrecciavano veloci con bandiere al vento come forma di protesta, per fortuna Siria e Giordania si possono attraversare in pochi giorni di viaggio e così arrivai velocemente in Turchia. 

 

TURCHIA 

 

Passato il confine senza problemi, finalmente in Turchia mi sentivo più tranquillo per la macchina tanto che iniziai andare verso est passando per le montagne prendendo strade ancora coperte di neve. In uno dei villaggi curdi fui anche invitato a un matrimonio e molte mattine diventavo ospite per una bella colazione da chi mi incontrava. Poi finalmente dopo aver fatto un bel giro intorno al lago Van arrivai a Dugubayazit vicino al confine iraniano, per fortuna anche qui il sole splendeva e passai 2 bellissimi giorni nel camping con una coppia di francesi che tornavano dalla Cina in bicicletta e una ragazza svizzera che invece andava anche lei in bicicletta in Cina da sola.

Subito diventati amici con una bella spaghettata.

Quando ripartii anche il monte Ararat si faceva vedere in tutta la sua bellezza. 

 

IRAN 

 

Arrivato al confine incominciai a avere dubbi su quello che stavo facendo, tutto per i documenti non in regola che avevo della macchina. Se se ne fossero accorti avrei avuto un bel po' di problemi ma per fortuna riuscii entrare anche se mi fecero pagare 200 euro per una card per il gasolio che comunque dovevi pagare, il prezzo del carburante è ridicolo confronto l' Europa ma sicuramente non proprio basso.

Appena entrato mi diressi verso la città di Tabriz dove rimasi due giorni e dopo aver fatto amicizia con un giovane professore di inglese e Jeremi, un canadese che andava anche lui in Cina in bicicletta, insieme a loro andai per quattro giorni sulle montagne al confine con l'Arzebajan, prima verso Jolfa poi andammo nella Cappadocia iraniana a Kandovan un bellissimo paese uguale alla Cappadocia turca: furono dei bei giorni e diventammo dei veri amici tanto che il giovane professore pagò le spese per tutti compreso un bel po' di carburante.

L'ultima mattina poi nella vecchia Tabriz una colazione veramente speciale con pane con sesamo e miele, yogurt e tanti dolci da leccarci i baffi poi ripartii dirigendomi a sud per poi andare verso la meravigliosa città di Esfahan. Ci misi tre giorni per arrivare, andavo molto piano e mi fermavo ogni volta che vedevo o incontravo qualcuno di interessante da fotografare. Incontrai anche molte greggi di pecore per le strade portate a pascolare dai nuovi nomadi che ormai si spostano con i loro Pick-up che sono stati dati a loro dal governo. L’Iran incominciava a piacermi veramente, non si spende niente a mangiare, facevo il pieno con poco e dormire dove capitava mi faceva sentire tranquillo, le persone poi tutte gentili, tanti mi sorpassavano, mi salutavano e tanti mi fermavano per due chiacchiere e farsi fotografare insieme, molti mi offrivano quello che avevano molti erano insistenti, tanto che poi diventava difficile andare via.

Esfahan è una città dell' Iran centrale a una altitudine di 1.600 metri. posta sul fiume Zamandeh, quando arrivai ci misi un bel po' a trovare un posto per accamparmi e per fortuna lo trovai proprio vicino alla grande piazza Inam Square; questa piazza è la seconda più grande del mondo e solo al calar del sole quando tutte le famiglie vengono a riposarsi, a mangiare, pregare e passare la serata al fresco si assapora la grandiosità di questa piazza con le grandi moschee a ogni lato ci rimasi tre giorni dopo andai a Shiraz e a Persepolis, arrivai al mattino, facevo troppo caldo e non c' era quasi nessuno, strano per un posto così importante i giorni passavano e non vedevo l 'ora di arrivare nelle vicinanze del Lut desert. Fnalmente arrivai a Kerman ai bordi del deserto e andai a parcheggiare la macchina nel parking di un albergo, era l unica maniera di stare tranquillo e volevo nel frattempo chiedere info per attraversare il deserto. Fu così che mi misi in contatto con una specie di guida ma che di guida non era un gran ché però mi propose di attraversarlo e arrivare ai confini con l'Afganistan, poi a Zabol e giù a Zahedan costeggiando i bordi del Pakistan. Non volle molto e accettai sperando poi di scendere di più fino nel Belucistan. Alla sera mentre come al solito stavo per cucinare arrivò una bella sorpresa le luci di un Toyota 78 arrivarono vicino a me, pensai a francesi o tedeschi, invece erano 2 vagabondi bergamaschi che avevo già conosciuto, Letizia e Giancarlo.

Dopo poche ore anche loro accettarono di venire insieme a fare il giro, bèh ero un po' più tranquillo, la Land si comportava bene e il riduttore non perdeva più olio dopo che in Turchia avevo fatto cambiare il paraolio. Partiti, il primo giorno andammo a vedere nella zona il bellissimo castello di Mahan, dopo entrammo nel deserto per cinque giorni, fu come andare arrosto tanto che anche alla sera dormivamo fuori. Il deserto del Lut è uno dei più caldi al mondo, le temperature si dice che in certi periodi raggiungono i 65°, e infatti non trovammo nessuno. Io credevo che hai bordi del confine ci fossero villaggi, e invece niente fino a Zabol o Zahedan dopo decidemmo di andare a fotografare qualche villaggio nel Belucistan ma non ci riuscimmo, già molte persone ci avevano avvisato di bande di contrabbandieri di droga che ci avrebbero portato via tutto e dopo aver passato molti posti di blocco alla fine uno di questi ci bloccò e sotto scorta armata, dandosi il cambio con altre pattuglie ci scortarono fino a Bam a 250 Km .poi passammo una bella serata sulle montagne con una famiglia nomade di pastori.

Beh il giro di andata era finito, avrei continuato volentieri fino in India, ma non avevo i visti, e quindi dopo aver salutato i due amici che scendevano a sud io mi diressi verso Maschad e poi verso nord ovest per trovare finalmente un po' di fresco. L'ultima settimana in Iran la passai attraverso le fantastiche montagne cercando di non avvicinarmi troppo ai confini, ma sbagliai strada e andai a finire quasi in Arzebayan dove una macchina cercò di bloccarmi. Non so per che cosa, ma erano in tre e io dopo aver fatto un rischioso sorpasso aumentai la velocità e mi fermai solo dopo aver lasciato le montagne.

I 30 giorni in Iran del visto stavano scadendo e quindi tornai in fretta verso il confine turco. 

 

TURCHIA 

 

Passai in fretta la frontiera, dove andò tutto bene con i documenti che avevo, ed entrai in Turchia dove alla frontiera ci rimasi 5 ore, dovetti smontare mezza macchina e il controllo fu veramente un controllo, tutto per colpa della maledetta droga .Tornai poi a rilassarmi al campeggio di Dugubayazit.

Avendo già fatto molte volte le strade del Sud e del centro della Turchia pensai di andare ancora a nord ai confini con l'Armenia a vedere le vecchie chiese di Ani, e cosi feci. Purtroppo come al solito sbagliai strada e finii a fare un lungo giro intorno a un grande lago di montagna ma arrivato ad Any ci fu una bella sorpresa. Non pensavo di trovare nessuno invece una coppia francese, Chantal e Patrick, che andavano verso l'Australia in bici passando prima dalla Cina, Vietnam, Cambogia dove sono adesso mentre vi scrivo.

Passai anche qui dei bellissimi giorni insieme anche a altri due francesi che con un WW caravel andavano in India .e poi incominciai a ritornare verso Istanbul

Beh ormai il viaggio stava terminando, devo dire che è andato tutto bene anche se stavo tornando senza freni e senza ruota di scorta. Per un analisi del viaggio devo dire che il posto più caro è la Turchia per il costo assurdo del Gasolio, in Siria e Giordania non avendo mai pagato nulla per dormire avendo sempre fatto camping libero il costo è stato basso, ma lo stato in cui proprio non si spende nulla, o pochissimo è stato l'Iran. Compresi i 200 Euro per la card del Gasolio all'entrata in totale ho speso per tutto il lungo giro meno di 400 Euro.

Alla fine piano piano ritornai a casa.

In totale 28.000 Km e 5 bellissimi mesi di viaggio in Land Rover.

Andrea

 

p.s.

Per i curiosi… a ottobre ripartii per l ' India in Aereo e ci rimasi più di due mesi, spero un giorno di ritornarci con la mia casa viaggiante.